Il Cavaliere che rimò la Giostra
Martedì 7 novembre alle 18,30
al Centro Artistico Alik Cavaliere in via De Amicis 17, sarà presentato il volume
“Alberto, il Cavaliere che rimò la Giostra”
curato da Alessandro Bindi e Alessandro Boncompagni.
Come qualcuno avrà già capito, l’Alberto rimatore di cui parla il libro è il padre di Alik Cavaliere, poeta maledetto, come era chiamato per i suoi versi spesso caustici e taglienti, giornalista, scrittore, attore, militante socialista.
Fu consigliere comunale e deputato negli anni Cinquanta, autore di moltissimi volumi in versi e in prosa, tra cui quella La chimica in versi che è ancora in catalogo dopo quasi cent’anni e che ha accompagnato negli studi scientifici più di una generazione di studenti.
In realtà, quella a cui stiamo invitandovi è una serata dal sapore un po’ “amarcord”, adatta più che altro a spiriti sentimentali e giocosi, stabilito che Alberto è stato, tra le tante sue nature, un umorista, collaboratore di giornali satirici famosi, “Il Becco giallo”,”Il Travaso”, tra gli altri; sua era la rubrica Ratataplan del “Gazzettino padano” che forse qualcuno ancora ricorderà.
E’ che non abbiamo saputo resistere di fronte al caso un po’ birbone che ha visto, proprio nell’anno in cui ricorreva il cinquantenario della morte e il centoventesimo dalla nascita, la riscoperta e la ripubblicazione da parte di due intellettuali aretini, Bindi e Boncompagni, di un piccolo poemetto eroicomico sulla Giostra del Saracino di Arezzo, da lui scritto nel 1931.
Il poemetto, come tutti gli scritti in rima di Cavaliere è vivace e divertente, l’introduzione dei curatori, brillante e approfondita. Nell’occasione, approfitteremo per
raccontare e ricordare la vita complessa e sfaccettata e gli scritti di un uomo che non è mai stato banale, che non si è mai ripetuto, che è stato capace di essere serio e faceto, impegnato, profondo, ma sempre ironico: chimico e comico come lui stesso ha scritto di sé (due termini, diceva, tra i quali “la differenza, sia pur foneticamente, è così poca!”)